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Nè uomo nè donna: quando le identità non sono binarie

Daniele - Gayly Planet |

Nè uomo nè donna: quando le identità non sono binarie

Breve storia delle identità che superano il binarismo: nè donna nè uomo

È idea comune che tutte le identità che vanno oltre il binarismo uomo/donna siano una concezione nuova. Le identità non binarie, invece, esistono da sempre, e ci sono evidenze storiche che permettono di individuare persone che non si identificano né nel genere maschile né nel genere femminile già a partire dal 400 D.C. Scopriamo insieme alcune delle tracce storiche per conoscere meglio le identità non binarie.

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Hijra: le identità non binarie più antiche

Una delle più antiche identità non binarie che possiamo rintracciare è il terzo genere in India, chiamato Hijra. Questa comunità ha radici che affondano in un passato lontano ed è stata menzionata anche in svariati libri tra cui il Kama Sutra e i più importanti testi sacri dell’induismo.

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Queste identità non hanno nessuna corrispondenza con i generi e gli orientamenti sessuali occidentali, e per questo motivo rientrano in un terzo genere vero e proprio, in India e in altri paesi nel mondo anche riconosciuto sui documenti ufficiali. In India spesso gli hijra non si definiscono in nessun modo, rinunciando alla sessualità e trasformando l’energia sessuale in qualcosa di sacro, cosa che però entra in conflitto con la situazione attuale della comunità hijra, che vivendo ai margini della società, è spesso costretta alla prostituzione.

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Di fatto se in passato la comunità hijra era sacra e protetta, dopo la colonizzazione Britannica a metà del 1800, tutto cambia. Le regole imposte dal colonialismo criminalizzavano tutti i rapporti sessuali al di fuori di quelli “tradizionali”, distruggendo in questo modo una comunità basata su un’identità non binaria. Di hijra in India ce ne sono sempre tantissimi, anche se la vita di queste persone è spesso molto ma molto complicata, e finché l’omosessualità era ritenuta fuori legge, spesso le persone hijra subivano violenze in pubblica piazza.

Two Spirit: il terzo genere dei nativi americani

Two Spirit è un termine dei Nativi d’America per identificare il terzo genere, anche se in alcune nazioni sono stati riconosciuti fino a 6 generi diversi. Ci sono tracce antichissime di identità Two Spirits, anche se questo termine è stato ufficialmente inserito non prima del 1990.

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Two Spirits è un termine ombrello, e questo vol dire che può essere utilizzato per definire diversi generi. Letteralmente vuol dire “vedere la vita attraverso gli occhi di entrambi i generi” e definisce le identità di genere come uno spettro in cui ognuno può decidere dove collocarsi, rompendo il binarismo uomo/donna.

Similarmente alle persone hijra, i two spirits erano altamente rispettati dalla società, al punto da ricoprire dei ruoli importantissimi come artigiani, allevatori di bimbi, consulenti di coppia e capi tribù. Si credeva che una persona two spirits fosse stata “toccata dagli spiriti” e per questo motivo venivano visti come degli sciamani. Inoltre culturalmente i Nativi Americani, prima ancora di definire l’identità Two Spirits, non assegnavano ruoli di genere ai bambini e non esistevano vestiti divisi per genere, perché sarebbe stato l’individuo a trovare la propria identità.

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Anche in questo caso l’Europa e la cultura coloniale si sono imposti con le proprie regole basate sulla biologia e sull’ordine “naturale e tradizionale” delle cose, distruggendo completamente non solo la cultura Two Spirits, ma anche quella Nativa Americana imponendosi con violenza sulla società americana.

La terminologia corretta

Nel mondo ci sono davvero tantissimi esempi, ovunque, di persone e comunità che non si identificano in modo binario. Ce ne sono in Perù, in India, Nepal, Venezuela, ma anche in Europa, e spesso queste persone preferiscono l’utilizzo di pronomi neutri come l’inglese “They/Them/Theirs” al singolare. Che se ci pensiamo non è troppo diverso dal “voi” o dal “loro” diffuso in Campania e utilizzato al singolare.

In Italia però non si usa il “voi” o il “loro” ma ci sono diverse correnti di pensiero. Al momento la più comunque è l’utilizzo del carattere chiamato schwa (ə) che è un suono presente in gran parte dei dialetti italiani e si legge come una “e” gutturale. Quindi facendo un esempio, se “ragazzo” è maschile e “ragazza” è femminile, “ragazzə” è neutro ed è la versione corretta da utilizzare per tutte le persone non binarie.

Storia recente delle identità non binarie

Al momento esistono circa 10 paesi al mondo che offrono la possibilità di inserire il terzo genere nel passaporto e nei documenti. In Europa è possibile selezionarlo in Germania, Malta e Danimarca. Ma sempre più spesso viene aperto questo dibattito portando tanti nuovi Stati a rendere possibile questa scelta. Mentre da un punto di vista meno ufficiale, sono sempre di più i social che permettono di selezionare generi diversi da quelli binari, per esempio nel 2014 Facebook ha eliminato il binarismo introducendo 50 generi diversi tra cui scegliere.

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